Sì, la fortuna esiste, o meglio, esiste il destino

A distanza di quasi un anno, convengo con il titolo

Puoi cambiare, puoi svoltare, puoi fermarti

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Ma il destino è quello, e farà la sua strada

la fortuna esiste ?!? …

quando si gioca a carte, avere un jolly fa sentire “possibile”, due “audace”, tre “invincibile”, quattro “sfrontato”

credo di essermeli giocati tutti

meglio cambiare

jolly

Quando Fortuna vien, prendila a man salva, dinanti dico, perché direto è calva.
(L. da Vinci)

ci sono …

“ci sono giorni che non si staccano dalle pareti”
e ci sono momenti in cui vorresti allontanarti da tutto
e ci sono attimi di abissparetio in cui sprofondi
e ci sono gli affetti che ti stringono il cuore
e ci sono occhi che piangono
e ci sono farfalle che volano
e ci sono pensieri che non accadono mai

orgoglio (e rosicamento) di papà

beh…..

da papà un po’ di sano orgoglio ci sta, eccome che ci sta

però, anche un bel rosicamento …

e ora che le dico? devi migliorare?

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verità lapalissiana

dopo qualche anno, ho ripreso la bicicletta, convinto anche dalla mia figliola più piccola, che ne coltiva una piccola passione.
bene, dopo una quarantina di km, tutto sommato fatti con nonchalance e facendo il tronfio “maestro” alla piccola, gli ultimi 5, passati ad arrancarle dietro con il cardiofrequenzimentro a palla, mi hanno convinto:
IO non sono più il futuro ……

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a te, viaggiatore solitario, nel tuo anelar la cima…

Un pazzo?
Un grande?
Un sognatore?
Un illuso
Cosa cerca?
Chi cerca?
Cosa troverà?
Chi “ritornerà”?

Comunque sia, una scelta “coraggiosa”

Mi piace!!!!!!

http://www.mattiamiraglio.it/
50000 km a piedi

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ci vuole niente

complice una bella giornata, dopo mesi di freddo, pioggia e neve
complice una giornata di ferieimages
sistemato piccoli lavoretti che attendono da mesi
una bella nuotata in piscina
un paio d’ore crogiolato in giardino con buona musica
una bella passeggiata con il cane

cazzo, ci vuole proprio poco per stare bene con sè stessi.

Non devi cercare di fare in modo che le cose vadano come vuoi,
ma accettare le cose come vanno: così sarai sereno (cit)

 

come ti smonto in 2 minuti

dire che mi ha colpito il “buongiorno” di Gramellini di oggi sul La Stampa, è dire poco, o anche tutto

colpito ed affondato

oh, sì!

è vero, si sa, le cose sono (quasi) sempre diverse da come ciascuno di noi le immagina o le interpreta

il significato che diamo ad immagini, suoni, scritti, che poi magari è anche l’immaginario collettivo, non sempre è quello che l’autore voleva trasmettere, cioè magari l’esattamente contrario

come a dire che non tutto è oro quello che luccica

e questo oro che non luccica oggi ha fatto vacillare anche a me

e quando cominciano a vacillare le certezze di una vita, è l’inizio della fine?

 

Suonato dal silenzio

Massimo Gramellini – la stampa del 07-03-2104

Il cinquantesimo anniversario di «The sound of silence», composta al buio da Paul Simon nel bagno di casa, stimolerà in molti il flusso benevolo dei ricordi. Per me è stata la colonna sonora di un’indimenticabile educazione e illusione sentimentale. Quella canzone accompagnava i minuti finali del film «Il laureato». Dustin Hoffman aveva rapito in chiesa la figlia di Mrs. Robinson, che per inciso si era appena sposata con un altro, e l’aveva trascinata su un autobus. Ma adesso, seduti in ultima fila, quei due non si scambiavano baci e impressioni sull’impresa compiuta. Non si guardavano neppure, limitandosi a esplodere in incerti sorrisi, mentre l’impasto delle voci di Simon e Garfunkel dava corpo al «suono del silenzio». Era evidente che Dustin e la sua amata avevano raggiunto un livello tale di intimità che per comunicare tra loro non avevano più bisogno delle parole. Erano arrivati all’essenza.
Ho inseguito quell’essenza per tutta la vita. Finché un giorno mi imbattei per caso in un’intervista al regista del film, Mike Nichols. Il disgraziato dichiarava, in pieno accordo con Simon (ignoro la posizione di Garfunkel), che il suono del silenzio andava inteso come un inno alla incomunicabilità e all’insoddisfazione umana. Altro che essenza. Dustin e la ragazza non si parlavano perché, cessata l’adrenalina dell’azione, non avevano già più niente da dirsi. «Il Laureato 2» non era mai stato girato, ma in ogni caso avrebbe raccontato la storia di un divorzio.
Non mi sono mai ripreso del tutto. Ma almeno una cosa l’ho imparata: a tenermi lontano dalle interviste ai registi e ai cantanti delle mie opere preferite.

Alternativa

Ma quanta ipocrisia, ma quanto perbenismo ostentato per lucidarsi la bocca e l’anima, ma quanta stupidità, quanto conformismo, quanto convenzionalismo ci gira attorno e quanto ancora tutto questo può durare.

Vero, immagini che da sempre si ripetono, ma credo che mai come in questi ultimi anni la cosa stia prendendo una piega esagerata, a tutti i livelli.

Si deve, è d’obbligo, ritrovare un sano rigurgito di normalità e di serietà. In tutto.

Non se ne può più di combattere contro i mulini a vento.

Già, vero è che, di solito, chi fa il moralista in fin dei conti è un ipocrita.

Bene, da domani risponderà la mia segreteria telefonica.

ipo

La macchina del pantano

mi sento fuori dal mondo, ho bisogno di un Paese normale!

o forse sono una persona comune

di Massimo Gramellini – La Stampa del 11/02/2014

I deputati hanno presentato oltre quattrocentocinquanta emendamenti alla legge elettorale. Avranno tutte le ragioni di questo mondo. Ma sono fuori dal mondo. È come in certe storie d’amore al capolinea: mentre uno dei due non ne può più, l’altro continua a inanellare i gesti consueti senza alcuna percezione della realtà. E la realtà è che gli italiani sono in stato d’emergenza. Vivono sotto un bombardamento di cattive notizie e reclamano decisioni urgenti, anzi immediate. Riduzione delle tasse, subito. Messa in discussione del rapporto deficit/Pil, subito. Abbattimento della burocrazia, subito, perché gli ingorghi di timbri stanno facendo scappare anche le poche aziende che vorrebbero ancora investire qui.
Dalle case delle persone comuni – dove ogni sera si recita il bollettino di guerra dei posti persi o non trovati – sale la pretesa che la politica sia altrettanto angosciata e consapevole della drammaticità della situazione. Un Parlamento convocato in seduta straordinaria per annullare le troppe leggi che complicano la vita agli intraprendenti. Un governo che in 24 ore o al massimo in 24 giorni, certo non in 24 mesi, trovi un modo per tagliare la spesa pubblica e le tasse. E affronti i tedeschi a muso durissimo per indurli ad allentare la corda che ci sta impiccando. Invece la Roma dei palazzi risponde alla disperazione con un comportamento straniante. Parla d’altro. Si mette di traverso. E sembra preoccupata soltanto di normalizzare chiunque, da Renzi ai Cinquestelle, abbia, pur fra tanti difetti, ancora un contatto con il mondo reale e cerchi di rompere la crosta di questo immenso pantano.pantano